Da domenica  23 febbraio a domenica 9 agosto 2020

A cura di Maria Cristina Valeri e Alex Mezzenga

Il volto delicato, l’espressione malinconica, una personalità poliedrica animata da un temperamento fortissimo ed appassionato con il quale esplora la vita ed il mondo senza apparente paura e con infinita partecipazione.

Tina Modotti. Sarta, burocrate, attrice, attivista, poliglotta, amante, spia.

Il suo nome evoca la figura di donna quasi mitologica eppure contemporanea, capace di emanare in un’unica e irripetibile essenza le note volatili della libertà, quelle prorompenti della emancipazione, caratterizzandola con quelle di una potente femminilità.

Si è scritto molto della sua vita, del suo rapporto con l’amore, ma si conosce poco del suo lavoro. Soprattutto del suo lavoro di fotografa.

Eppure il suo splendido sguardo mostra una straordinaria capacità di raccontare la complessità di una rivoluzione senza mai perdere la delicatezza di porgere attenzione ad un particolare, ad un fiore. Una donna, una artista oltre le definizioni, oltre il suo tempo, che proietta verso una modernità che trova nella “Desiderio” la scintilla per muoversi verso un ideale imprescindibile, una passione irrinunciabile, una volontà tenace, nell’esplorazione di sé e della stessa vita per lei già immortale.

“Ogni volta che usano la parola “arte” o “artista” in relazione ai miei lavori fotografici, avverto una sensazione sgradevole dovuto al cattivo impiego che si fa di tali termini. In questi ultimi anni si è molto discusso se la fotografia possa essere o meno considerata un’opera artistica, ma a noi, che usiamo la macchina fotografica come puro attrezzo del mestiere, esattamente come un pittore usa i suoi pennelli, non interessano le opinioni contrarie, perché godiamo dell’approvazione di quanti riconoscono alla fotografia molteplici funzioni, e le riconoscono come il mezzo più eloquente e diretto per fissare e registrare l’epoca attuale. Pertanto non è indispensabile sapere se la fotografia è o non è un’arte, quel che conta è distinguere tra buona e cattiva fotografia”.

Inaugurazione 22 febbraio 2020 ore 18.30 in concomitanza dell’ Inaugurazione Roma Fotografia 2020 EROS – Ingresso libero

Modalità di partecipazione
Dal 23 febbraio 2020 a Palazzo Merulana per Roma Fotografia 2020 EROS
Orari: Da mercoledì a lunedì, dalle 10.00 alle 20.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura del museo
La mostra è visitabile con biglietto d’ingresso ordinario di Palazzo Merulana.
– Intero 10.00 €
– Ridotto 8.00 € (Giovani under 27, adulti over 65, insegnanti in attività, possessori di Cartax2)
– Gratuito (bambini under 7, un insegnante ogni 10 studenti, un accompagnatore ogni 10 persone, disabile con accompagnatore, possessori Palazzo Merulana Pass e Palazzo Merulana Pass Young) online

BIGLIETTO “EROS CARD”
15.00 €
Il biglietto consente l’accesso illimitato dal 23 febbraio al 4 aprile alla Collezione Cerasi, alle mostre di Roma Fotografia 2020, e ai talk in occasione di RF2020, con la possibilità di prenotare il proprio posto agli incontri (nei limiti della disponibilità prevista).

La mostra, organizzata in collaborazione con Associazione Culturale onlus 8 Marzo, prevede 38 opere che provengono dall’Instituto de Investigaciones Estéticas (IIE), dal Fondo “Manuel Toussaint” dell’Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) di Città del Messico e dalla Collezione della Fototeca Nazionale dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH) della Città di Pachuca Hidalgo, Messico